martedì 13 novembre 2007

tutto scivola di dosso

Dai giorni della sconfitta elettorale Silvio Berlusconi è entrato in una realtà parallela – teatrale o addirittura virtuale - dove si respira la più perfetta assenza di gravità. La quale non riguarda il peso dei corpi, ma quello delle parole e dei fatti. Da allora è diventato maschera, finzione, personaggio. Che con perfetta impunità può dire e disdire senza suscitare più scandalo (“Il governo è illegittimo”; “Sono scomparse un milione di schede”; “I comunisti sono al potere”). Può fare e disfare. Contraddirsi. Sbalordire, ma senza conseguenze. Dire di Enzo Biagi un incredibile: “Lo stimavo come uomo e come giornalista”, con l’identica calma di quando, da Sofia, gli attribuì “un uso criminoso della tv” decretandone la sua estromissione fino al licenziamento. Può passare l’intera estate al Billionaire. Frequentare ragazzine e Apicella. Definirsi “Uno statista”. E nella giornata di lutto per la signora Reggiani, uccisa a Roma, raccontare barzellette piccanti tra le signore del Bagaglino.

Domenica scorsa alla convention dei Circoli di Forza Italia a Montecatini, ha pronunciato l’elogio di Marcello Dell’Utri, pluricondannato dai tribunali di Torino e di Palermo, indicandolo come esempio morale per le nuove generazioni azzurre. Ha difeso la memoria di Vittorio Mangano, il boss morto in carcere, condannato per omicidio, che a metà dei Settanta assunse come fattore a Arcore e che “la domenica serviva messa nella cappella di famiglia”. Il giorno prima, davanti ai militanti in nero del nuovo partito di Francesco Storace e Assunta Almirante, la Destra, ha promesso un’alleanza radiosa, mentre la platea in piedi, scandiva “Duce! Duce!”, con le braccia tese nel saluto romano. Tutto gli scivola, come acqua sui vetri. Affrancato anche dal (buon) senso. Imperturbabile. E talmente illuminato da risultare invisibile.

fonte: Pino Corrias

martedì 6 novembre 2007

lutto italiano

L'italia è in lutto per la scomparsa di Enzo Biagi, il padre del giornalismo libero nel bel paese.
Enzo Biagi se ne è andato stamani intorno alle 8 di mattina nell'ospedale di Milano dove era ricoverato da alcuni giorni, a 87 anni.

Non verrà ricordato "solo" per aver annunciato alla radio la liberazione dal nazifascismo, ma anche
per il suo impegno verso la libertà.

Fu reduce di un editto Bulgaro.

Addio Enzo

lunedì 5 novembre 2007

in italia...

in un italia dove chi ha la maggioranza governa male (o non governa) e dove chi ha l’opposizione non fa l’opposizione,

in un italia dove ci sono pregiudicati in parlamento,
in un italia dove i prescritti governano,
in un italia dove chi ha una carica politica ed è indagato non si dimette, creando chiaramente un problema politico a ogni sentenza,
in un italia dove si accende la tv e si vedono programmi ginecologici e/o di vincite di milioni di euro senza fare niente,
in un italia che non combatte la criminalità, anzi l’aiuta,
in un italia che smette di finanziare le forze di polizia e mette i bastoni fra le ruote alla magistratura,
in un italia che ha bisogno di manodopera a prezzi di fame (confindustria docet) importata da qualsiasi paese possibile (romania e bulgaria?),
in un italia in cui non conta quello che uno ha detto ieri, ma quello che dice oggi,

non mi meraviglio se viene chiunque a cercare la fortuna, in ogni modo, lecito o illecito.

domenica 4 novembre 2007

mangiare fuori

Ultimamente sono stato a mangiare fuori diverse volte. Devo dire che sono stato abbastanza bene tutte le volte..

Da segnalare:
- una cena al ristorante indiano (prima volta dall'indiano), il tipico pollo rosso speziato con verdure, non molto piccante (rispetto al pollo al curry della mia lei). Buone anche le focaccine.
- cena alla pizzeria dabbe. in realtà volevo un filetto al pepe verde, ma mi son dovuto accontentare di una pizza. caldo caldo caldo... quella pizzeria era veramente calda.
- cena in famiglia da mio fratello. Pasta zucca e panna, pollo e patate arrosto e un fatastico dolce alla cioccolata fondente. La scusa era che dovevo portare a lui il computer nuovo, ma non funzionava (problemi con l'hard disk?? boh, vedrò.

Insomma, siam stati bene
prossimi obiettivi? kebab al piatto, non molto di più...

sabato 3 novembre 2007

sicurezza

scrive Ennio Di Francesco, già ufficiale dei carabinieri e dirigente della Polizia di Stato; promotore del movimento democratico di polizia; in “pensione anticipata d’ufficio”

"l'episodio della Signora Giovanna Reggiani stuprata e massacrata a Roma suscita orrore e sdegno. [..] I nuovi ministri dell’Interno e Capo della Polizia stanno evidenziando la carenza di personale e di fondi in cui operano le Forze dell’ordine. Ma il problema non è di oggi. A nessuno poteva sfuggire la problematica “globalizzazione” con gli inevitabili riflessi sociali anche criminogeni per il nostro Paese.
Perché allora e da chi in questi anni é stato indebolito con una gestione più attenta a cordate, ambizioni, malintesa competizione tra le forze di polizia, proprio il “settore della sicurezza” con provvedimenti contraddittori ignorati dall’opinione pubblica?
Un esempio: un recente decreto legislativo ha messo in “pensione anticipata obbligatoria” (si badi bene, non a domanda) centinaia di funzionari di polizia con un prezioso bagaglio di esperienze nella lotta a terrorismo [..] e ha ridotto strutturalmente l’organico per il futuro. Ciò in assurda controtendenza con quanto avviene nel mondo del lavoro e mentre tanto si discute di “scalone” per aumentare l’età pensionabile! [..]
Le “volanti” sono diminuite dovunque [..], la manutenzione dei mezzi è ardua, la benzina scarseggia, diversi commissariati [..] e stazioni dei carabinieri sono stati chiusi o rischiano di esserlo. Comunque tutti funzionano con organico e orari ridotti, ed è miracolo vedere i decantati “poliziotti di quartiere”. [..]
- chi ha seguito i negoziati di allargamento comunitario alla Romania senza porre condizioni?
- chi doveva curare la vivibilità della fatiscente e buia stazione ferroviaria di Tor di Quinto a Roma?
- chi doveva controllare lo squallido ed esplosivo accampamento di rom in quella zona priva di ogni servizio?
[..] In queste condizioni è ancora più grande il ringraziamento verso tutti i “tutori dell’ordine”, a qualsiasi corpo appartengano, per il quotidiano difficile impegno svolto nell’interesse delle Istituzioni democratiche e della collettività."

qui si può leggere il testo completo.

giovedì 1 novembre 2007

assoluzioni e dichiarazioni

Nell’orgia delle dichiarazioni entusiastiche per l’assoluzione di Silvio Berlusconi in Cassazione nel processo Sme-Ariosto, nessuno ha notato quella dell’on. avv. Gaetano Pecorella, che non è una toga rossa, ma il difensore del Cavaliere.

Commentando la sentenza appena emessa dalla VI sezione del Palazzaccio, che ha confermato in toto quella della Corte d’appello di Milano, Pecorella ha detto all’Ansa: “Squillante per le sue funzioni non era in grado di ingerire con Sme: già per la Corte di Appello non c’era dubbio che il bonifico ‘Orologio’ sia riconducibile a Berlusconi, ma siccome non c’è stato alcun intervento di Squillante, quella dazione non prova l’iscrizione del magistrato al libro paga”.

Per capire meglio, riepiloghiamo brevemente i fatti. Berlusconi, i giudici Renato Squillante e Filippo Verde e gli avvocati della Fininvest, Cesare Previti e Attilio Pacifico, vengono rinviati a giudizio per corruzione nel processo “Sme-Asriosto” in base a due diversi capi d’imputazione:

1) la sentenza firmata nel 1986 dal giudice Verde (confermata dalla Cassazione nel 1988) che diede ragione alla cordata Fininvest-Barilla-Ferrero e torto alla Cir di Carlo De Benedetti nella causa con l’Iri per la mancata privatizzazione della Sme, sarebbe stata comprata con soldi della Fininvest e Barilla, finiti poi in parte a Verde e in parte a Squillante (che, pur non coinvolto nella controversia, avrebbe “aiutato” il buon esito del processo);

2) Squillante sarebbe stato “a libro paga” della Fininvest per ogni evenienza del gruppo, a suon di bustarelle che Previti, usando denaro di Berlusconi, gli avrebbe versati brevi manu in contanti e via bonifico sul suo conto svizzero.

Per il primo capo d’imputazione tutti gl’imputati, in tutti i processi, sono stati assolti: le prove che la sentenza Sme fosse comprata o non ci sono o sono insufficienti. Verde e Squillante ricevettero soldi in Svizzera, ma dopo il 1988, e non è sicuro che venissero pagati proprio per quel processo.

Per il secondo capo d’imputazione, i verdetti divergono: ma nessuno dei protagonisti può negare ciò che risulta dalle carte, e cioè che il 5 marzo 1991, dal conto svizzero della All-Iberian-Fininvest, “Ferrido”, alimentato con denaro di Berlusconi, parte un bonifico di 434.404 dollari (500 milioni di lire dell’epoca), alla volta del conto svizzero “Mercier” di Previti, che nel giro di pochi minuti gira la stessa somma al conto svizzero “Rowena” del giudice Squillante (riferimento in codice dell’operazione: “Orologio”). Berlusconi paga Previti che paga Squillante: non si discute...

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