venerdì 31 agosto 2007

l'italia e il west

Riporto qua il commento che in parte condivido di un Ministro della Repubblica alle dichiarazioni di Umberto Bossi, grande urlatore- populista della politica italiana moderna.

"La chiamata alle armi di Umberto Bossi rivolta ai lombardi stanchi di pagare le tasse è inaccettabile, ma questo è un giudizio scontato. Ci sarà il solito polverone e, dopo, i fucili saranno usati solo per andare a caccia. Quello che preoccupa è che affermazioni in palese violazione della legge siano ormai pratica comune, accettate e commentate come un dato di fatto, e che chi rappresenta i cittadini, a destra come a sinistra, possa farle senza rischiare neppure un’ammenda. E’ un segnale di una disgregazione dello Stato. Le istanze federaliste, così come le richieste di trasferimento dei Comuni alle Regioni autonome, dalla Valle d’Aosta al Trentino, sono sintomi che necessitano estrema attenzione, sintomi di distacco dallo Stato percepito soltanto come esattore. Le spinte centrifughe, che esistono anche al Sud, non possono essere più sottovalutate. La cura non è il ritorno a Stati e staterelli, ma neppure il mantenimento dello status quo. Lo Stato deve diventare più leggero, in termini di strutture, costi, enti; si deve passare da una fase di federalismo parlato a una fase reale di attribuzione di competenze sul territorio; la ricchezza prodotta deve rimanere per quanto possibile a chi la produce. Questi passi sono necessari per far diventare le dichiarazioni di Bossi una pistola caricata a salve. Eluderli potrebbe costare molto caro allo Stato e agli italiani."

Signor Ministro, perché invece di indignarsi non fa qualcosa?

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