martedì 21 agosto 2007

fuori dall'asia?

"Lo scorso week-end tutti i giornali italiani hanno dedicato molto spazio alla notizia della ripresa dei voli dei superbombardieri strategici russi. In realtà la notizia più importante era un'altra, avendo la prima più che altro un valore simbolico. L'Organizzazione per la cooperazione di Shanghai (Ocs), di cui fanno parte Russia, Cina, Kanzakistan, Kirghizistan, Tagikistan e Uzbekistan, ha effettuato venerdì scorso per la prima volta manovre militari congiunte. Si tratta di una prova di forza tesa a dimostrare la credibilità di questa alleanza. Con quale scopo lo spiega Ivan Safranchuk, direttore World security institute di Mosca, citato dal Christian Science monitor: "L'Organizzazione per la cooperazione di Shanghai vuole che gli Usa lascino l'Asia centrale. Le manovre militari servono a dimostrare che è possibile garantire la stabilità della regione anche senza gli Usa". La notizia è allarmante per Washington per queste ragioni:
1) Mosca e Pechino sembrano intenzionati ad accantonare le divergenze strategiche nella regione per privilegiare i comuni interessi energetici.
2) Gli Usa hanno dovuto abbandonare la base militare in Uzbekistan e ora rischiano di dover lasciare quella in Kirghizistan
3) In America stiamo entrati in un anno elettorale ed è noto che in questo periodo l’Amministrazione uscente perde gran parte del proprio prestigio; l'impopolarità di Bush accentua questa tendenza. Dunque gli Usa in questo momento sono molto vulnerabili. Purtroppo pagano il prezzo della loro miopia in Irak. E certo ora sono molto meno forti e credibili rispetto a 4 o anche 6 anni fa. Basterà una nuova presidenza a ritrovare il prestigio perduto? L'establishment di Washington pensa di sì, ma nel mondo sempre più osservatori (e governi) pensano che gli Stati Uniti abbiano imboccato la strada del ridimensionamento. Una superpotenza sì, ma declinante."

dal blog di Marcello Foa

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